Stage: che cos’è e quali sono le sue modalità

1. Stage: che cos’è?

Lo stage è un periodo di formazione pratica che consente a studenti o neolaureati di acquisire competenze professionali direttamente sul campo, all’interno di un ambiente aziendale e in un determinato settore. Si tratta di un’esperienza facoltativa, solitamente con una durata limitata, che ha lo scopo non solo di fornire abilità pratiche, ma anche di offrire un orientamento professionale, aiutando i partecipanti a comprendere quale carriera desiderano intraprendere.

Lo stage può essere svolto in qualsiasi momento della carriera, anche se è rivolto principalmente ai giovani che stanno ancora completando il proprio percorso di studi o lo hanno appena concluso.

Il suo obiettivo principale è l’apprendimento pratico e il contatto diretto con il mondo del lavoro, favorendo così future opportunità occupazionali.

Lo stage non è un vero contratto di lavoro, ma un’opportunità formativa.
Serve principalmente allo stagista per acquisire esperienza pratica in azienda e capire meglio il mondo del lavoro. Allo stesso tempo, l’azienda può conoscere il candidato da vicino e – se l’esperienza è positiva – valutare la possibilità di assumerlo al termine del percorso.

2. Stage formativi, di inserimento o reinserimento e per soggetti svantaggiati

Non esiste una sola tipologia di stage: possiamo infatti trovare più modalità di inserimento in azienda, che variano in base al profilo del candidato.

La prima modalità di stage e, probabilmente la più diffusa, è quella dello stage formativo: è rivolto a giovani in formazione o che hanno appena concluso il loro percorso di studi (neodiplomati o neolaureati) che vogliono acquisire competenze pratiche legate al percorso di studi, per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.

Il periodo di frequenza ricade durante o subito dopo un percorso di formazione (scolastico o universitario) e la durata massima, generalmente, è di 6 mesi (ma può variare a seconda delle varie normative regionali).

Un’altra modalità di stage è quella di inserimento o reinserimento. Questo tipo di stage rivolto a chiunque desideri entrare (o rientrare) nel mondo del lavoro, dunque disoccupati ed inoccupati, ed ha la finalità di favorire l’entrata (o il rientro) nl mondo del lavoro, sviluppando competenze professionali.

La durata dello stage può raggiungere un massimo di 12 mesi, salvo variazioni regionali delle normative.

L’ultima tipologia è quella dello stage a favore di soggetti svantaggiati. È rivolto a persone in situazioni di svantaggio sociale o personale ed è volto a favorire l’inclusione sociale attraverso il lavoro. La durata massima è di 12 mesi per soggetti svantaggiati, mentre per soggetti disabili può raggiungere anche 24 mesi.

Come funziona uno stage

1. Attivazione dello stage e redazione del programma formativo

L’attivazione di uno stage, così come quella di un tirocinio, coinvolge tre soggetti principali: lo stagista, il soggetto ospitante (cioè l’azienda o l’ente che accoglie il tirocinante) e l’ente promotore (che propone e supporta il percorso formativo).

Sia il soggetto ospitante sia l’ente promotore devono designare un tutor. Questi, in collaborazione con lo stagista, redigono un programma formativo dettagliato che guiderà l’intero percorso. Tale documento definisce modalità di svolgimento, tematiche trattate e obiettivi formativi, e viene sottoscritto da tutte le parti coinvolte.

Il tutor aziendale ha il compito di accogliere il tirocinante, supportarlo nello svolgimento delle attività e monitorarne i progressi. Il tutor dell’ente promotore, invece, svolge una funzione di coordinazione generale e supervisione esterna, garantendo che l’esperienza formativa sia coerente con quanto stabilito e rimanendo un punto di riferimento per lo stagista.

2. DID online: cos’è e a che cosa serve?

Per attivare con successo uno stage c’è bisogno della DID online: si tratta della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro ed è un documento necessario per dichiarare la propria disoccupazione e disponibilità all’inizio di un’attività lavorativa.

La DID certifica lo stato di disoccupazione del richiedente, dunque è obbligatoria presentarla per attivare il tirocinio e richiedere l’indennità.

Chi percepisce la Naspi non è tenuto a richiedere la DID, in quanto la richiesta della stessa Naspi all’Inps costituisce già una dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro.

3. Retribuzione

Poiché non si configura come un vero rapporto di lavoro, lo stage non prevede una retribuzione vera e propria. Si tratta infatti di percorsi formativi che non comportano la stipula di un contratto lavorativo tra tirocinante e azienda, né l’erogazione di una busta paga.

Tuttavia, è consuetudine che vengano sottoscritti accordi scritti tra le parti, in cui vengono chiariti aspetti come le modalità di svolgimento, l’eventuale indennità, le mansioni assegnate e l’orario. Anche se non si tratta di contratti di lavoro in senso formale, nel linguaggio comune ci si riferisce spesso a questi accordi come “contratti di stage” o “contratti di tirocinio”, ma è bene sottolineare che questa definizione non ha valore giuridico.

La determinazione dell’indennità è stabilita a livello regionale: ad esempio, nel Lazio l’importo

previsto è pari a 800 euro mensili.

4. Chi può svolgere uno stage

Lo stage non ha limiti di età: può essere svolto da chiunque abbia necessità di inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro. Ecco chi può svolgere uno stage:

  • chi desidera specializzarsi dopo gli studi;
  • occupati che vogliono cambiare mestiere;
  • disoccupati;
  • chi beneficia di misure di sostegno economico;
  • disabili e soggetti svantaggiati.

5. Quali sono i diritti del tirocinante?

Come già accennato, lo stage non costituisce un rapporto di lavoro subordinato. Di conseguenza, lo stagista non gode degli stessi diritti previsti per i lavoratori dipendenti, come il versamento di contributi previdenziali, l’accumulo di ferie retribuite, permessi o tutele per malattia e maternità.

Lo stage non prevede l’attivazione di un contratto di lavoro, né l’obbligo per il soggetto ospitante di versare contributi pensionistici. Tuttavia, questo non significa che lo stagista sia privo di tutele. Infatti, anche se non si tratta di una prestazione lavorativa in senso stretto, il tirocinante è coperto da assicurazione: l’ente promotore deve attivare una polizza INAIL contro gli infortuni e una copertura per responsabilità civile.

Assenze, ferie e malattia: come funziona per lo stagista

Ferie e permessi: Lo stagista non matura ferie o permessi retribuiti. Tuttavia, può concordare con il referente aziendale eventuali giorni di assenza o sospensione temporanea del percorso, ad esempio per motivi personali o per una vacanza. Le modalità devono sempre rispettare quanto previsto dall’accordo formativo e dalle normative regionali.

Malattia: In caso di assenza per motivi di salute, non è necessario presentare un certificato medico come avviene nel lavoro subordinato. È sufficiente che lo stagista comunichi la propria indisponibilità al tutor aziendale o al referente interno.

Interruzione e ripresa dello stage: è possibile interrompere momentaneamente lo stage, purché vi sia l’accordo con l’ente promotore e il soggetto ospitante. La ripresa del tirocinio dovrà avvenire secondo le disposizioni previste dalla normativa regionale, che regolano tempi, modalità e durata complessiva dell’esperienza formativa.